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La Menopausa

     Ho pensato di cominciare a “riempire” questo spazio con la menopausa, dato che diverse pazienti mi hanno sollecitato a farlo per avere dei dati scientificamente validi attraverso cui prendere delle decisioni relative al trattamento dei loro disturbi in menopausa.

UN PO' DI NOTIZIE

     A differenza di quanto avviene nell’uomo, nella donna osserviamo intorno ai 50 anni una riduzione, più o meno brusca, degli ormoni circolanti prodotti dall’ovaio e che determinerà quella sindrome complessa chiamata menopausa.


     Con questo termine intendiamo, infatti, la cessazione dell’attività ovarica con conseguente scomparsa delle mestruazioni. L’ultimo periodo mestruale, tuttavia, potrà essere identificato solo a posteriori, vale a dire dopo almeno 12 mesi di assenza di ciclo. E’ infatti impossibile predire se quella particolare mestruazione sarà l’ultima oppure no .  

      Definiamo precoce la menopausa quando questa avviene prima dei 40 anni; mentre con quello di tardiva qualifichiamo la menopausa che avvenga dopo i 55 anni. Con il termine di post-menopausa o climaterio intendiamo quel periodo che va dall’ultima mestruazione fino al termine della vita. E’ interessante notare che il termine di climaterio deriva dal greco klimakter che potremmo tradurre con il termine di scalino o gradino. In sostanza gli antichi pensavano che la vita dell’uomo potesse essere divisa in tanti settennati, al termine di ognuno dei qual il corpo umano andava incontro a “grandi e pericolose trasformazioni” e ....7 x 7 = 49, esattamente l’età media della menopausa. Per menopausa chirurgica intendiamo la menopausa insorta dopo un intervento chirurgico sugli organi genitali interni. Nel caso in cui questo intervento abbia interessato l’utero, come nel caso della sua asportazione (isterectomia), ma non si sia agito sulle ovaia avremo sì la mancanza delle mestruazioni, per la mancanza dell’utero, ma non i sintomi menopausali dato che le ovaia continuano a funzionare regolarmente. Va ricordato, infatti, che tutti i disturbi della menopausa sono legati non tanto alla mancanza delle mestruazioni quanto alla carenza di ormoni di cui la mancanza delle mestruazioni è espressione. Perimenopausa è infine quella fase della vita della donna che ruota intorno all’ultima mestruazione. Questo periodo, della durata di 3 – 5 anni, si caratterizza per la presenza di mestruazioni ma frequentemente senza l’ovulazione, con notevole irregolarità del periodo tra una mestruazione e l’altra, con cicli che possono o accorciarsi o allungarsi e addirittura saltare anche per 2 o 3 mesi etc. Frequentemente in questo periodo la donna sperimenta disturbi quali irritabilità, nervosismo, depressione, disturbi del sonno, etc; tutti segni dello squilibrio ormonale che comincia a determinarsi.

      Diversi fattori possono incidere sull’età dell’ultima mestruazione, ad esempio la razza ( le donne di colore vanno in menopausa prima ), il fumo causa un anticipo dell’età dell’ultima mestruazione, ed anche l’alimentazione scarsa anticipa la menopausa, etc.

      Il meccanismo responsabile della sospensione dell’attività ovarica è multifattoriale (genetico, ormonale, etc). Sintetizzando, possiamo dire che le ovaia sono “programmate” per andare incontro ad una sospensione della loro attività intorno ai 50 anni e a ben vedere sono organi la cui funzionalità permane per circa 40 anni: dagli 10 – 11 anni, età del menarca o prima mestruazione, fino ai 50 quando avviene la loro “morte funzionale”. E’ interessante notare, a questo proposito, che mentre l’età della prima mestruazione è andata progressivamente diminuendo, arrivando ai 9 – 11 anni attuali dai 16 - 17 anni ed oltre dell’epoca dei romani, quella della menopausa è rimasta costante nei secoli. Il motivo di questa costanza va cercata nei meccanismi di “programmazione” genetica. Tornando al tempo dei romani, questo voleva dire che, in media, l’arrivo della menopausa coincideva con l’età media della vita e dunque le matrone romane avevano poche possibilità di sperimentare i disturbi della menopausa in generale ed in particolare quelli più tardivi come l’osteoporosi.
Venendo ad anni più vicini a noi possiamo notare che la speranza di vita della donna, che era di 47 anni all’inizio del secolo scorso, oggi ha raggiunto e superato gli 80 anni ed è ancora in aumento. Ciò comporta che presto la donna passerà metà della propria vita in menopausa.

     Ora sappiamo bene, però, che questa condizione si associa ad una serie di problematiche che possono avere effetti importanti sulla qualità di vita della donna e che in generale maggiore è il periodo di questa condizione e più gravi saranno le conseguenze. Recettori per gli ormoni sessuali femminili sono stati, infatti, identificati a livello di diverse aree non appartenenti, in senso stretto, agli organi sessuali: il cervello, apparato muscolo-scheletrico, cardiovascolare, etc. e possiamo immaginare questi recettori come la “serratura” che permette alla chiave (l’ormone) di agire. E’ noto, infatti, che gli ormoni modificano non solo la deposizione di calcio nell’osso, ma anche il comportamento; come ben sanno le donne affette da sindrome premestruale.
E’ intuitivo pensare che la presenza dei recettori in un tessuto indichi che è “previsto” che un ormone possa agire su questo stesso tessuto. Stante questa situazione, è evidente come la carenza degli ormoni sessuali comporterà inevitabilmente una serie di sintomi anche in altri organi ed apparati: dal comportamento all’umore, dall’osteoporosi alle malattie cardiovascolari, dalla secchezza vaginale alla atrofia dell’apparato pilifero all’aspetto della pelle etc